La Torà ci ordina di immergere nel mikvé un utensile nuovo utilizzato per gli alimenti. Questa purificazione non è necessaria per tutti quegli utensili che sono stati fatti da un ebreo. L’immersione nell’acqua del mikvé non ha che fare con l’obbligo di rendere kasher l’utensile, bensì per conferirgli un preciso “status” spirituale. Questa immersione è simile a quella che deve compiere una persona che si converte all’ebraismo.
Gli utensili di metallo, secondo la Torà, richiedono l’immersione; i saggi hanno aggiunto anche la necessità di immergere gli oggetti di vetro. Altri tipi di utensili non necessitano dell’immersione, ma chiunque li voglia immergere avrà benedizione.
Rav Lazar, in auto, offre il servizio di passare a ritirare gli utensili dagli ebrei della zona e di procedere poi alla tevilàt kelìm. Nelle prime settimane più di quindici famiglie hanno immerso tutti gli utensili delle loro cucine.